venerdì 14 ottobre 2011

Sherlock Holmes l’immortale detective di Arthur Conan Doyle


Arthur Conan Doyle


Il 22 maggio del 1859 nasceva a Edimburgo Arthur Conan Doyle, ideatore del giallo–fan­tastico e padre di Sherlock Holmes, il magro intelligente e compassato ma stravagante investigatore dilettante – imparentato con Auguste Dupin di Edgar Allan Poe – che, con il suo immancabile cappellino da cacciatore scozzese e la sua pipa ricurva, pone la logica al di sopra di tutto.


Grande osservatore di dettagli, Holmes è l’abile detective in grado di trovare una soluzione a casi apparentemente irrisolvibili, ma è anche un delicato violinista, uno scattante pugilatore e schermitore, oltre che l’autore d’interessanti trattati di tipo pratico. Comparso in quattro romanzi e cinquantasei racconti, questo consulente deduttivo è divenuto l’icona immortale della letteratura gialla e il personaggio letterario protagonista del maggior numero di spettacoli teatrali e di film: sino agli anni ’30 l’attore americano William Gillette lo ha portato sul palco per più di 1300 volte mentre tra il 1939 e il 1946 Basil Rathbone ha interpretato il detective in ben 14 pellicole cinematografiche.

Così lo descrive il suo autore: «...il suo sguardo era acuto e penetrante; e il sottile naso aquilino conferiva alla sua espressione un’aria attenta e decisa. Il mento, sporgente e quadrato, era tipico dell’uomo d’azione. Le mani, sempre sporche d’inchiostro e scoloriture provocate dagli acidi, avevano un tocco straordinariamente delicato...».

Autore di una vastissima produzione (scrisse di sé: «il vecchio cavallo ha trascinato una pesante soma per questa pesante strada, ma è ancora in grado di lavorare»), Doyle ha raccontato l’av­ven­tura, la fantascienza e il terrificante ma anche la storia; La Grande Guerra boera del 1900 – scritto da corrispondente di guerra durante il conflitto anglo–boero in Sudafrica – gli valse nel 1902 il titolo di baronetto, e i critici sostenevano che i suoi documentati romanzi storici fossero i migliori dopo “Ivanhoe” di Walter Scott.

Convinto che gli spiriti dei morti continuassero a esistere e potessero essere contattati dai viventi, negli ultimi anni di vita fu interessato dai fenomeni paranormali, dallo spiritismo e dal soprannaturale. Malgrado i molteplici interessi, Conan Doyle deve notorietà e ricchezza al suo specialissimo detective, che ben presto iniziò a odiare perché si sentiva soverchiato e quasi annullato da lui; ne L’ultima avventura tentò di farlo morire ma – per le pressioni dell’editore e del pubblico, che prese il lutto sommergendolo di suppliche – dovette farlo ritornare in vita; sconfortato, nel 1924, nella sua biografia scriveva: «Ucciderò Sherlock Holmes» (l’esperta di Doyle Alessandra Calanchi ha così concluso una sua intervista: «Conan Doyle è morto ma Sherlock Holmes no»).

Aristocratico da parte di madre (discendeva da un’antica famiglia cattolica irlandese, originaria dai Plantageneti) ma con scarsi mezzi economici, dopo gli studi presso i Gesuiti, nel 1885, si laureò in Medicina all’Università di Edimburgo e iniziò a lavorare presso l’ospedale locale, ove conobbe il brillante e gelido chirurgo–medico legale dottor Joseph Bell che esercitava il metodo scientifico deduttivo – un Doctor Gregory House dell’Ottocento che aveva aiutato la polizia nelle indagini su Jack lo squartatore, cui s’ispirò per la costruzione del suo indimenticabile personaggio. Hercule Poirot, Ellery Queen, Nero Wolfe e tanti altri ancora sono da considerarsi “discendenti diretti” del famoso Sherlock Holmes.

Dopo un avventuroso periodo trascorso come medico di bordo su una baleniera, aprì uno studio medico in un sobborgo di Portsmouth, dedicandosi poi alla letteratura e pubblicando con successo il primo romanzo del ciclo di Sherlock Holmes Uno studio in rosso (1887), in cui già compariva il saggio Dr Watson (amico e biografo del detective, che agisce da spalla vivendo con lui in Baker Street al numero 221B), vero e proprio “alter ego” di Conan Doyle (celebre la frase: «Elementary, my dear Watson!»). Altri personaggi di rilievo nella serie sono l’imbelle Ispettore Lestrade di Scotland Yard (di cui Sherlock Holmes si prende continuamente gioco) e l’acerrimo nemico Professor Moriarty. L’ultimo libro dedicato all’intramontabile personaggio fu Il taccuino di Sherlock Holmes (1927), una raccolta di 12 racconti.

Conan Doyle si sposò due volte: con Louisa Hawkins nel 1885 (ebbe due figli) e – dopo la morte di Louise avvenuta nel 1906 – con Jean Leckie (ebbe altri tre figli). Morì improvvisamente a 71 anni il 7 luglio del 1930 per un attacco cardiaco nella sua casa di campagna a Windlesham (Crowborough). (www.zam.it, News, 31/5/2009)

P.S. Lo Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle era una creatura adattissima per il teatro e il cinema, e sin dagli anni ’30 il palco ha visto come protagonista dello stravagante investigatore l’attore teatrale americano William Gillette (che lo ha interpretato ben 1300 volte) mentre al cinema Sherlock Holmes è stato interpretato da Harry Benham nel 1913 (in Sherlock Holmes Solves the Sign of the Four di Lloyd Lonergan); da John Barrymore nel 1922 (in Sherlock Holmes di Albert Parker); da Eille Norwood nel 1923 (in The Sign of Four di Maurice Elvey); da Clive Brook nel 1929 (in The Return of Sherlock Holmes di Basil Dean) e nel 1932 (in Sherlock Holmes di William K. Howard); da Arthur Wontner (in Il segno dei quattro di Graham Cutts); e da Reginald Owen nel 1933 (in A Study in Scarlet di Edwin L. Marin).

Fu Basil Rathbone a ricevere il testimone, interpretando il detective negli anni '30 e '40 in almeno 14 pellicole cinematografiche; mi limiterò a ricordare la prima del 1939, Sherlock Holmes e il cane dei Baskerville (The Hound of the Baskerville) di Sidney Lanfield, e l'ultima del 1946, Sherlock Holmes – terrore di notte (Terror by Night) di Roy William Neill. Attore di valore e interprete shakespeariano, Basil Rathbone deve all'interpretazione del personaggio di Sherlock Holmes in questa fortunata serie di film prodotta dagli Universal Studios il suo successo planetario (Basil era Sherlock Holmes, e nessun altro!). Interpretò il personaggio del celebre investigatore anche nella trasmissione radiofonica Le nuove avventure di Sherlock Holmes, avendo accanto sempre Nigel Bruce nel ruolo del dottor Watson.

Tra i tanti altri film su Sherlock Holmes, sono da ricordare:

La vita privata di Sherlock Holmes (The private life of Sherlock Holmes) di Billy Wilder del 1970, sceneggiato da I.A.L. Diamond, con Robert Stephens (Sherlock Holmes) e Colin Blakely (dottor Watson), un film che sembra interrogarsi sull'ambiguità sentimentale e sulla misoginia di Holmes, e che dipinge uno Sherlock Holmes diverso, cocainomane e malinconico, con un che di macabro che indulge alla morte. Un maligno critico americano lo definì «A qualcuno piace tiepido» (ne "Il Morandini, Zanichelli editore).

Sherlock Holmes: soluzione sette per cento (The SevenperCent Solution) (1976), tratto da Herbert Ross dal romanzo di Nicholas Meyer (1973), che lo adattò per il film (7è e la concentrazione della soluzione di cocaina consuamata dall'investigatore), con Robert Duvall (dottor Watson), Laurence Olivier (il professor Moriarty), Alan Arkin (Sigmund Freud) e Nicol Williamson (Sherlock Holmes). Il dottor Watson vuol far guarire Holmes, cocainomane e schizofrenico, e lo porta a Vienna da Sigmund Freud; qui vengono coinvolti nel sequestro di una tossicomane, Lola. Ha scritto Morando Morandini: «... mescola il metodo deduttivo di Arthur Conan Doyle con l'analisi di Freud, è un film sgangherato, delirante, condotto a ritmo forsennato (con un bell'inseguimento ferroviario), assai curato nella parte decorativa, sostenuto da una recitazione raffinatamente ironica.».

Assassinio su commissione (Murder by Decree) (1979) di Bob Clark con Christopher Plummer (Sherlock Holmes) e James Mason (il dottor Watson): i due indagano sul serial killer Jack lo Squartatore, assassino di prostitute, sospettando un coinvogimento dei quartieri "bene". Ha scritto Morando Morandini: «L’idea di unire la vicenda (reale) di Jack lo Squartatore alle indagini (di fantasia) di Sherlock Holmes, l’unico che avrebbe potuto risolvere il mistero, era già stata utilizzata... ma questo film di Bob Clark è decisamente superiore ed è uno dei più interessanti film su Holmes, pur derivando da Conan Doyle solo la caratterizzazione dei personaggi principali. Clark ha radicato profondamente nella realtà del tempo la figura dell’assassino, basandosi sui fatti e sulle teorie più accreditate, e nello stesso tempo ha dato di Holmes un ritratto molto rispondente al personaggio di Conan Doyle, aiutato anche dall’ottima interpretazione di Christopher Plummer. E quello del cast, che annovera tra l’altro un James Mason perfetto nel ruolo di un Watson una volta tanto non idiota, è uno dei grossi punti a favore del film, assieme a una precisa ricostruzione ambientale. Teso, avvincente e con una sceneggiatura molto curata anche nei dialoghi, è un film solo marginalmente dell’orrore, ma è molto raccomandabile.».

Sherlock Holmes e il caso della calza di seta (Sherlock Holmes and the Case of the Silk Stocking) (2004), buon film di Simon Cellan Jones con Rupert Everett (Sherlock Holmes) e Ian Hart (il dottor Watson), narra un complesso intrigo a partire dal ritrovamento di una donna, dalla cui calza di seta l'investigatore deduce l'appartenenza all'alta società.

Il film di Guy Ritchie Sherlock Holmes (2009), interpretato da Robert Downey Jr. (Sherlock Holmes) – premiato col Golden Globe nel 2010 – e Jude Law (dottor Watson), ricco di spunti di magia nera e di  occultismo satanico. E' previsto il sequel Sherlock Holmes - Gioco di ombre (Sherlock Holmes: A Game of Shadows), che dovrebbe uscire nel 2011, con gli stessi attori Downey Jr. e Law, che vede nel cast anche la bravissima attrice svedese Noomi Rapace (che ha interpretato "Uomini che odiano le donne"), la quale sarà la protagonista interpretando il ruolo chiave della storia.

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