lunedì 28 novembre 2011

Antonio Corsaro e la sua poesia mistica



padre Antonio Corsaro



Il 18 agosto del 1995, quindici anni addietro, moriva padre Antonio Corsaro, saggista e poeta di livello internazionale.

Nacque nel 1909 in provincia di Catania, a Camporotondo Etneo, e sempre amò il suo paese immerso nella nera lava (scriveva: «Sciara assolata Sahara ardente / nasce il mio male nasce il mio bene / Lontano chiama un mare ruggente / Sciara bruciata rocciose sirene // Dov'è l'amore l'eterno giardino // Notte di pietra nel cuore assetato / Fuoco dell'anima sangue fiorito / Son nudo in attesa l'occhio ammaliato / Notte di lava cielo stupito // Perché son nato in questo deserto //...»).

Rimasto orfano di padre, all'età di 12 anni entrò nel Seminario di Catania e fu ordinato sacerdote nel 1933. Dopo aver conseguito la maturità classica, si laureò in Lettere e Filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, iniziando ben presto a interessarsi di poesia ermetica.

Antimilitarista convinto, lottò il fascismo rifiutando di partire per l'Etiopia come cappellano mi­litare e parteggiò per la guerra civile spagnola.

Ritornato a Catania nel 1938 per insegnare lettere in Seminario, nel 1941 pubblicò la raccolta di poesie Castello marino, accompagnata da una lettera di Carlo Bo che riporta tra l'altro: «Ca­ro Corsaro, tu mi chiedi per il tuo primo libro di poesie una nota che lo accompagni davanti al lettore... il tuo libro non ha bisogno di argini, vive immediatamente per le condizioni e la sincerità della forma... La conquista della tua parola non sarà, dunque, una cosa facile, non avrà nessuna idea di successo ma significherà un lavoro intero dell’anima, la soluzione di tutta una vita d’attesa, di volontà, di fiducia...».

Iniziò quindi a insegnare presso diversi Licei di Catania e provincia, divenendo un "Maestro" e una "Guida" per moltissimi giovani etnei (io lo ebbi impareggiabile professore d'Italiano presso l'Istituto San Benedetto nei tardi anni '60).

Fondò il periodico "Art Club" (1943–4), che su posizioni moderne si opponeva alle ormai superate forme artistiche tradizionali (un sacerdote che difendeva l'arte d’avanguardia – considerata allora deteriore – fu considerato un anarchico e suscitò polemiche a non finire, ma gli artisti nati dall'Art Club si fecero notare alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma).

Nel 1948 uscì la raccolta poetica Responsori, che gli meritò il "Premio Roma" (consegnatogli in Campidoglio nel 1949). Seguirono Plurabella (1950) e il Il Figlio dell’Uomo (1951), che tra­diva un'ansia pressante d'illuminazione religiosa (nella sua prefazione, il poeta Carlo Betocchi parlò di «un incontro di spiritualità terrestre e d'infocata saggezza religiosa»).

Alcune sue poesie furono inserite nell'Antologia della poesia religiosa contemporanea (1952) da Valerio Volpini che fece riferimento a un «verso che tende a farsi parola–canto... nell'espressione ingigantita da una necessità di aderire direttamente alla Verità... ...»). Fu poi la volta dei «balletti liturgici» Aaron (1953) – che arieggiva "Amphion" di Valéry (nel quale, tra gli alberi e le rocce, al suono della lira e del canto del poeta sono le stesse pietre a muoversi per costruire un altare) – e L'ombra del primo giorno..., fino al settimo (1953–4); cui seguirono il Responsorio dell’Avvento e il Responsorio della Passione (1954), la Pietra di solitudine e l'Antifone per una fanciulla santa (1955).

Negli anni '50 diresse la rivista letteraria "Cammino", curò il periodico "Tutta Sicilia", collaborò col quotidiano cattolico parigino "La Croix" (la sua attività letteraria assunse allora rilevanza europea), e creò la rivista "Incidenza" che – proponendosi di tentare un dialogo tra cattolici e marxisti – gli procurò contrasti con l'establishment cattolico istituzionale e la sospensione dal­l'insegnamento in Seminario.

Intellettuale vulcanico, col regista Gianni Salvo fondò il "Piccolo Teatro di Catania", ancora oggi attivissimo nel dare spazio e parola ai difficili autori di avanguardia (per il Piccolo, alla fine degli anni '70, Corsaro mise in scena alcune sue piéces teatrali).

Fu anche il teorico delle due correnti artistiche "Verticalismo" e "Universalismo".

Negli anni '60 fu tradotto in francese da Geneviève Burckhardt, che lo incluse nell’antologia Italie poétique contemporaine, e pubblicò Ritratto come quartina e L'isola dell’amore lunare. Nella stupenda Ballata della Mezzanotte e di Natale, così il poeta Corsaro si struggeva sull'eterno significato della nascita e della vita: «Nell'arco di un anno, / di un secolo o di molti secoli / severamente occupato / a distruggere / ricostruire e distruggere / un uomo ignaro o cosciente / dimentica il giorno della nascita / trascurando a suo danno / di chiedersi / col freddo che incombe / perché mai venne alla luce. /...».

Nel 1967 divenne assistente di Letteratura italiana presso il Magistero di Perugia e tra il 1968 e il 1982 assunse l'incarico d'insegnamento di Lingua e Letteratura francese presso l’Università di Palermo; in questo periodo pubblicò la traduzione di tutte le poesie di Mallarmé e numerosi saggi di critica letteraria; è sua una splendida traduzione di Mouchette di Georges Bernanos del 1980.

Nel 1982 scrisse la dolente autobiografia Diario d'un prete sciolto.

Padre Corsaro è stato un versatore quasi mistico e un sacerdote integro e disobbediente (in modo accorato così scriveva in una poesia: «Inebriato d'abisso / ho vagato / sempre solo / anche se molti avevo attorno. / Ho fatto mia dimora / il morbido bagno / dell'errore. / Ho bevuto / a goccia a goccia / il nulla / come medicina.»); privo di vanità e di ambizioni, è divenuto un rilevante punto di riferimento culturale (alla sua "poesia religiosa" ha dedicato un saggio P. Azzaro nel 1963).

Un plauso speciale deve essere fatto agli organizzatori della prima edizione del "Premio Antonio Corsaro", un concorso nazionale di poesia a tema libero, intitolato nel marzo del 2010 a questo indimenticabile poeta. (www.zam.it, News, 21/7/2010)

P.S. Per il teatro, Antonio Corsaro scrisse il saggio su Beckett e su Il nuovo teatro francese (1973) e i testi teatrali Pluto (pasticciaccio aristofanesco) (1978) messo in scena dal Piccolo Teatro di Catania , Le uova fatali della gallina volante e Operetta solubile nel fuoco pubblicati nelle Edizioni del Verticalismo , Commissario, ho fame, mi arresti! (1980) pubblicato su "Sicilia oggi" , e infine la sceneggiatura de I fiori del male di Baudelaire per il Teatro Gamma di Catania (regia di Gianni Scuto).

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