lunedì 19 dicembre 2011

Jean–Pierre Aumont, attore francese di grande charme



Jean–Pierre Aumont


Il 5 gennaio di cento anni addietro, nel 1911, nasceva a Parigi Jean–Pierre Aumont (vero nome Jean–Pierre Philippe Salomons), attore francese dal fascino indiscusso.

Apparteneva a una famiglia benestante con la passione per il teatro: il padre, commerciante olandese di origini ebraiche, era il proprietario de "La Maison du Blanc", prestigiosa catena di negozi di lino, ma lo zio paterno era il famoso attore Georges Berr (1867–1942), membro della Comédie–Française. Jean–Pierre sino all'età di 16 anni studiò dramma al Conservatorio di Parigi e iniziò la sua attività cinematografica all'età di 20 anni con il film Jean de la Lune di Jean Choux, insieme con Madeleine Renaud e Michel Simon. Per il suo aspetto piacevole e i suoi biondi capelli, nel 1934 fu scelto da Jean Cocteau per il ruolo di Oedipus ne La Machine infernale, diretto da Louis Jouvet.

Iniziò quindi la stagione dei successi nel grande cinema francese d'autore degli anni trenta; sono da ricordare: Il lago delle vergini (1934) di Marc Allégret con Michel Simon, tratto da un romanzo di Vicki Baum e sceneggiato da Jean–Georges Auriol con dialoghi di Colette; Maman Colibri (1937) di Georges de Chambry; Lo strano dramma del dottor Molyneux (1937) di Marcel Carné, scritto da Jacques Prévert, con Michel Simon e Jean–Louis Barrault; e Hôtel du Nord (1938) di Marcel Carné con Arletty nel ruolo di Annabella. La straordinaria crescita del suo successo fu arrestata bruscamente dallo scoppio della Seconda guerra mondiale. Perseguitato dai nazisti per le sue origini ebraiche, nei primi anni Quaranta, Aumont fu costretto a rifugiarsi negli Stati Uniti; da New York si trasferì a Hollywood iniziando a recitare con gli MGM Studios: è di questo periodo il film di propaganda anti–nazista La croce di Lorena (1943) di Tay Garnett con Gene Kelly e Peter Lorre. Decise, quindi, di arruolarsi per correre in soccorso della Francia libera: fu inviato prima nel Nord–Africa ove si distinse nell'Operazione Torch in Tunisia, poi in Italia e in Francia insieme con gli Alleati. Si comportò da vero eroe, venendo ferito due volte e ricevendo sia la Legion d'Onore sia la Croix de Guerre.

Al suo ritorno dalla guerra, riprese la sua attività cinematografica che si svolse per lo più a Hollywood e in Gran Bretagna: notevole il suo ruolo di Nikolai Rimsky–Korsakov nel film Song of Scheherazade (1947) di Walter Reisch con Yvonne De Carlo e grande la sua interpretazione del mago illusionista nel film Lili (1953), diretto da Charles Walters con Mel Ferrer e la tenera Leslie Caron (questo film, presentato al 6º Festival di Cannes, era tratto dal racconto "The Man Who Hated People" dello scrittore statunitense Paul Gallico e fu premiato con sei nomination agli Oscar del 1954, vincendone uno per la miglior colonna sonora originale). Negli anni sessanta e settanta, Aumont apparve in numerose produzioni di Broadway, incluso il grande successo musicale Gigi.

Ritornato in Francia, a questo periodo appartengono le interpretazioni in Effetto notte (1973) di Francois Truffaut con Jacqueline Bisset e Valentina Cortese; Il gatto, il topo, la paura e l'amore (1975) di Claude Lelouch con Michèle Morgan e Serge Reggiani; e Il sangue degli altri (1984) di Claude Chabrol con Jodie Foster. Una delle sue ultime più importanti apparizioni cinematografiche fu quella in Jefferson in Paris (1995) di James Ivory con Nick Nolte e Greta Scacchi.

Molto amato in patria, Aumont ricevette la croce di Commandeur des Arts et des Lettres e il César alla carriera nel 1991.

Dopo un primo matrimonio con Blanche Montel (finito nel 1940), ebbe due grandi amori. Il primo, per Maria Montez, nota attrice dominicana conosciuta come "The Queen of Techni­color", che sposò a Hollywood e che morì prematuramente nel 1951 (Maria fu trovata morta nel bagno, apparentemente per un attacco cardiaco); da lei ebbe la figlia Marie–Christine, l'attrice Tina Aumont, anch'essa morta prematuramente nel 2006, la quale aveva sposato l'attore Christian Marquand. Il secondo, per Marisa Pavan (attrice italiana, sorella di Anna Maria Pierangeli), che Aumont sposò nel 1956 e che – dopo il divorzio avvenuto nel 1963 – risposò nel 1969; da lei ebbe i due figli Jean–Claude e Patrick.

Jean–Pierre Aumont morì a Saint Tropez il 30 gennaio del 2001 per un infarto (aveva 90 anni).


Nel suo articolo del 1° febbraio del 2001 – pubblicato su "The Independent" per ricordare l'attore dopo la sua morte – James Kirkup scrisse che «a prescindere dal livello culturale dei lavori in cui era apparso, l'abilità recitativa di Aumont era supportata da un fascino personale inimitabile e da una classe tutta particolare»; il critico puntualizzò inoltre la grande ironia dell'attore francese che nel 1991 – al momento di accettare il César – disse: «Io credo che questo premio mi è stato dato per avere sopravvissuto così a lungo». Per Kirkup la migliore interpretazione di Aumont fu quella in Allons z'enfants (Figli di eroi) (1981) di Yves Boisset, film socio–politico tratto da un romanzo autobiografico di Yves Gibeau, che era la cronaca polemica della vita di un ragazzo degli anni trenta, il quale passava dall'adolescenza all'età adulta attraversando diverse esperienze negative, segnato dalla sadica educazione vissuta in un collegio militare; ha scritto Kirkup: «Per me, essa costituisce il picco della carriera di Jean–Pierre Aumont». ("Persinsala.it", 6 gennaio 2011)


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