venerdì 6 gennaio 2012

Ginger Rogers, il mito hollywoodiano della danza



Ginger Rogers


Il 16 luglio del 1911, a Independence nel Missouri, nasceva Ginger Rogers – all'anagrafe Virginia Katherine McMath (avrebbe compiuto cento anni). Danzatrice e non solo, seppe dimostrare doti di attrice sensibile e incisiva.

Bella e sensuale, bionda e aggraziata, negli anni Trenta, la Rogers riuscì a coinvolgere l'immaginario maschile e femminile con il suo nuovo modo di ballare ricco di stile e di esuberante vivacità. Assunse il nome d'arte di Ginger Rogers, dal nomignolo datole da un cuginetto e dal cognome del secondo marito della madre, il quale in realtà non l'aveva mai adottata. La madre era una giornalista e critica dello spettacolo, che amava il teatro e la danza, e fu anche produttrice cinematografica: rimase sempre vicina alla figlia, aiutandola nella sua carriera. Ginger s'impose già da adolescente ma fu lanciata al successo in una notte, nel 1933, grazie a Eddie Cantor – il noto cantante e attore comico divenuto poi star radiofonica e televisiva – che la fece debuttare nel musical di Broadway Girl Crazy di George e Ira Gershwin. Nello stesso anno ottenne due ruoli importanti nel cinema: uno nel musical Quarantaduesima strada (42nd Street) di Lloyd Bacon insieme con Dick Powell e uno in Carioca (Flying Down to Rio) di Thornton Freeland, accanto all'allora esordiente ballerino Fred Astaire. Fred e Ginger non erano i protagonisti (lo erano invece Dolores del Río e Gene Raymond) ma l'entusiasmo del pubblico fu tale che nacque quella mitica coppia di danza che deliziò i pubblici di tutto il mondo, e mitico nella memoria è rimasto il numero di samba di Vincent Youmans "The Carioca", che ballarono insieme.

Nel 1930 la Paramount Pictures aveva fatto alla Rogers un contratto per sette anni; l'attrice lo sciolse e si legò alla RKO che volle a Hollywood quella straordinaria coppia danzante per una serie di musical; Fred e Ginger fecero ben nove film, che sono rimasti nella storia del cinema. Sono da ricordare: Cerco il mio amore (The Gay Divorcee) del 1934 e Cappello a cilindro (Top Hat) del 1935 di Mark Sandrich, e Follie d'inverno (Swing Time) del 1936 di George Stevens; seguirono Seguendo la flotta (Follow the Fleet) del 1936 e Voglio danzare con te (Shall We Dance) del 1937, entrambi di Sandrich. Oltre che per la bravura tecnica di Astaire e lo charme di Ginger, questi film restano indimenticabili per le melodie di grandi musicisti del livello di Irving Berlin, dei Gershwin, di Cole Porter e di Jerome Kern. Con le coreo­grafie di Fred Astaire (e del suo collaboratore storico Hermes Pan) e con il loro fantastico tip–tap, i due artisti rivoluzionarono la commedia musicale di Hollywood: i loro numeri di danza erano fastosi e senza precedenti per eleganza, abilità e virtuosismo (il recentemente scomparso coreo­grafo e ballerino francese Roland Petit disse di amare molto Fred Astaire e il suo modo di danzare). Astaire non ha mai nascosto di considerare importante il contributo dato da Ginger al successo della coppia e Ginger Rogers era tanto convinta di ciò da scrivere: «Sulla scena facevo tutto quello che faceva Fred Astaire, e per di più lo facevo all'indietro e sui tacchi alti.». Riporta la Grande Storia Illustrata del Cinema (Ist. Geograf. De Agostini, Novara): «Qualcuno (pare Katharine Hepburn, l'altra grande stella della RKO) disse che il segreto della coppia  consisteva nel fatto che Fred conferiva classe a Ginger, la quale a sua volta gli comunicava il proprio sex–appeal. In effetti la brillante esuberanza di lei contrastava in modo perfetto con l'elegante, controllato e ironico fascino di lui.».

A dispetto del magico accordo e dell'intesa perfetta nella finzione cinematografica, in effetti, i due ballerini non erano ben appaiati da un punto di vista caratteriale, sicché il loro sodalizio ben presto ebbe termine. Scontenta di essere considerata soltanto una «dancing girl», Ginger Rogers volle dar prova di essere anche una brava attrice drammatica tentando il grande salto di qualità. Diverse furono le sue interpretazioni mèlo, tra le quali sono particolarmente notevoli quelle in Palcoscenico (Stage Door) del 1937 di Gregory La Cava con Katharine Hepburn e Lucille Ball; Kitty Foyle, ragazza innamorata (Kitty Foyle: The Natural History of a Woman (1940) di Sam Wood con Dennis Morgan e James Craig – per il suo ruolo tormentato di ragazza–madre in questo film, nel 1941 la Rogers si aggiudicò addirittura un premio Oscar come migliore attrice mentre Katharine Hepburn, che lo aveva rifiutato per girare Scandalo a Filadelfia, venne soltanto nominata; Destino (Tales of Manhattan) del 1942 di Julien Duvivier con Rita Hayworth, Charles Boyer, Henry Fonda e Thomas Mitchell; Eternamente femmina (Forever Female) del 1953 di Irving Rapper con William Holden e Paul Douglas; Frutto proibito (The Major and the Minor) del 1943 di Billy Wilder con Ray Milland; La setta dei tre K. (Storm Warning) del 1950 di Stuart Heisler con Ronald Reagan e Doris Day; Il magnifico scherzo (Monkey Business) del 1952 di Howard Hawks con Marilyn Monroe e Cary Grant; e L'amante sconosciuto (Black Widow) del 1954 di Nunnally Johnson con Gene Tierney e Van Heflin. Tutti questi film divennero dei grandi successi anche per la presenza ironica e accattivante di Ginger Rogers (in Italia alcuni dei suoi film furono doppiati con straordinari risultati da Andreina Pagnani e da Rina Morelli, grandi stelle del nostro teatro).

Nel 1949 Ginger Rogers decise di ritornare a ballare col grande Fred Astaire – il quale a sua volta, da solo, aveva costruito una sua grandissima carriera – e furono di nuovo insieme nel delizioso e scoppiettante musical in Technicolor I Barkleys di Broadway di Charles Walters, con musiche di Harry Warren, prodotto dalla MGM; in modo quasi autobiografico, i due attori interpretarono la storia di una coppia di ballerini che entra in crisi quando la partner femminile vuol diventare un'attrice drammatica; su "Il Morandini" (Zanichelli editore) è scritto: «Die­ci anni dopo il film sui Castle, Fred torna a far coppia con Ginger (che sostituì Judy Garland) e fa rivivere l'antica magia, anche se le gambe di entrambi sono un po' arrugginite. L'eleganza della regia riscatta la storia un po' risaputa.». L'ultimo film della Rogers fu Harlow del 1965 di Alex Segal con Carol Lynley.

Abbandonato il cinema, Ginger Rogers si dedicò al teatro: nel 1965 ricoprì il ruolo di Dolly Levi nel musical di Broadway Hello, Dolly e nel 1969 ebbe con Mame – musica e canzoni di Jerry Herman – un successo strepitoso presso il "Theatre Royal Drury Lane" nel West End di Londra (applaudito anche dalla regina Elisabetta). Ha scritto Maurizio Porro: «Buona parte della popolazione maschile americana sognò di averla accanto: come un sogno legale, non proibito... È bella ma non tanto da rappresentare un pericolo per le famiglie; è spregiudicata ma in fondo timorata e spesso innamorata: nel suo sguardo sono depositati tutti i valori americani. Una donna forte per suggerimento materno, che ha iniziato e concluso la sua fortunata carriera a Broadway.».

Negli ultimi anni, come molti grandi attori di Hollywood, l'attrice ha lavorato per la televisione, apparendo come guest star in famose serie televisive e divenendo una beniamina anche del grande pubblico televisivo.

Si era sposata cinque volte: con il cantante–danzatore Jack Pepper, (1929–1931); con l'attore Lew Ayres, uno dei "belli" di Hollywood divenuto l'idolo delle donne con la serie di film de Il giovane dottor Kildare (1934–1941); con l'ufficiale di marina Jack Briggs (1943–1949); con l'affascinante e molto più giovane francese Jacques Bergerac conosciuto durante un viaggio a Parigi (1953–1957); e con il regista e produttore William Marshall (1961–1971).

Ginger Rogers morì per un attacco cardiaco il 25 aprile del 1995 a Rancho Mirage, nel ranch californiano ove si era ritirata da tempo (aveva ottantatré anni); fu cremata e le sue ceneri furono interrate nell'Oakwood Memorial Park Cemetery, a Chatsworth in California.


Molti particolari interessanti della sua vita sono stati da lei raccontati nella sua autobiografia "Ginger: My Story" (pubblicata nel 1991 a New York dalla Harper Collins) mentre un musical sulla sua vita, intitolato "Backwards in High Heels", due ore di vera magia e di puro glamour hollywoodiano, ha avuto un grande successo ed è stato premiato in Florida nel 2007, a riprova di come il grande amore del pubblico per questa simpatica attrice si sia perpetuato negli anni. ("Persinsala.it", 14 luglio 2011)

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