domenica 11 marzo 2012

Bill S. Ballinger e L'ultimo guerriero



Copertina di Karel Thole



Il 12 marzo di cento anni addietro, nel 1912, nasceva in USA, a Oskaloosa nello Iowa, William Sanborn Ballinger, noto come Bill S. Ballinger, brillante scrittore e sceneggiatore di polizieschi, spy story e racconti di fantascienza, ingiustamente dimenticato.

Seguì i suoi studi presso la University of Wisconsin e si laureò nel 1934. Dopo un esordio come pubblicitario, si distinse come sceneggiatore della radio, della televisione e del cinema.

Nel 1936 aveva sposato Geraldine Taylor, dalla quale divorziò nel 1946. Nel 1949 si risposò con Laura Dunham che morì nel 1962. Due anni più tardi si unì a Lucille Rambeau, la sua terza moglie. Ebbe tre figli: William B., Bruce R. e Constance V. (vedere su http://www.kirjasto.sci.fi/ballinge.htm.).

Dal 1934 iniziò a scrivere per la pubblicità e la radio. Preparò circa 81 testi radiofonici e produsse le trasmissioni "The Dinah Shore Show", guidato da Dinah Shore (1916–1994), grande cantante e  attrice che duettava con le maggiori celebrità del tempo (Ella Fitzgerald, Jack Lemmon, Frank Sinatra, Bing Crosby, Groucho Marx, Mahalia Jackson, etc.); "The Breakfast Club", che ospitava numerose diverse star; e "Lowell Thomas broadcasts", guidato dal noto attore–autore  Lowell Thomas (1892–1981).

Dopo alcuni viaggi in Europa e dopo brevi soggiorni nel Middle East, Ballinger si trasferì a Los Angeles, avvantaggiandosi del “boom” della televisione degli anni '50 e dedicandosi alla scrittura a tempo pieno. Per la TV scrisse circa 150 teleplays, tra i quali episodi delle serie Alfred Hitchcock Presents (1955–61) – ben sette –, I Spy con Bill Cosby e Robert Culp (la prima serie drammatica televisiva che aveva come star un afro-americano), Tightrope, Ironside, Mickey Spillane's Mike Hammer, The Aquanauts (1961), The Outer Limits (1963–64), Cannon (1972–1973), e Kolchak: The Night Stalker (1974–1975) (vedere su http://www.fantasticfiction.co.uk/b/bill-s-ballinger/).

Tra le sceneggiature più interessanti (di film tesi e ricchi d'azione), ricordiamo: Le bambole del desiderio (The Strangler) (1963), drammatico film diretto da Burt Topper con Victor Buono, David McLean ed Ellen Corby, storia di un tecnico di laboratorio, grande e grosso, timido e introverso, succube dell'amore ossessivo della madre, che a Boston provoca il terrore strangolando le giovani infermiere che assistono la madre paralizzata e ricoverata in ospedale (quando può, Leo Kroll, questo è il nome del serial killer detto lo “Strangolatore”, invece di far visita alla madre, passa il suo tempo in una sala giochi ove lavora una ragazza che gli piace: le sue vincite consistono in bambole, e proprio una bambola abbandonata sul luogo del delitto attirerà su di lui l'attenzione della polizia, che lo fermerò proprio mentre sta per uccidere la ragazza amata che lo aveva rifiutato) (da Cinematografo.it.) Seguì Operation CIA (1965), uno spy film di Christian Nyby con Burt Reynolds (un giovane agente della CIA, cui è stata assegnato il compito di bloccare un assassino politico programmato), John Hoyt e Daniele Aubry, ambientato a Saigon ma girato integralmente in Tailandia (uno dei primi film a raccontare lo spionaggio nella guerra del Vietnam). Nel 1960, per i suoi lavori televisivi Ballinger ricevette il "The Edgar Allan Poe Award from Mystery Writers of America" e nel 1971 fu l'ospite d'onore alla "The Boucheron World Mystery Convention II conference", tenutasi a Los Angeles.

Ma Ballinger è stato anche uno scrittore di successo; aveva detto: «Io mi considero, originariamente un narratore di storie. Per me la storia è la cosa fondamentale.» (ved. Ballinger, in "St. James Guide to Crime & Mystery Writers", ed. di Jay P. Pederson, 1996).

Ricordiamo il primo romanzo The Body in the Bed: The Case of the Murdered Mistress (1948), in cui compariva per la prima volta un suo importante personaggio, il benestante investigatore privato di Chicago Barr Breed – cui dedicò anche The Body Beautiful (1949), storia della sua indagine in un nightclub ove una ragazza del coro è stata pugnalata –, duro e coriaceo come tutti gli eroi tipici della "fiction" post–bellica (una variazione del "Maltese Falcon", la storia gialla di Dashiell Hammett pubblicata nel 1930). Nel 1960, in coincidenza del "boom" delle spy storie, Ballinger inventò l'altro suo affascinante personaggio: il detective d'intelligence, operativo nella CIA, Joaquin Hawke, rude e pieno di risorse, metà spagnolo e metà nativo americano, simile a James Bond, che operava prevalentemente nel sud–est asiatico (e questo consentì allo scrittore una rappresentazione straordinaria della vita quotidiana in Cina); a lui dedicò: The Spy in Bangkok (1963), The Chinese Mask (1965), The Spy in the Jungle (1965) – che conteneva l'interessante tema non ideologico della tolleranza religiosa –, The Spy at Angkor Wat (1966) e The Spy in the Java Sea (1966). Nel 1966, due romanzi furono tradotti in Italia con i titoli Agente Hawks: rapido per Pechino e Agente Hawks: destinazione Bangkok per la collana "Segretissimo" della Mondadori.

Il libro più famoso di Ballinger fu Portrait in Smoke (1950), che si aggiudicò il premio "Les Grands Maîtres du Roman Policier" e che fu trasformato nel 1956 nel film Amare per uccidere (Wicked as they Come) di Ken Hughes con Arlene Dahl, Philip Carey e Herbert Marshall. Vi si narra di Danny April, il nuovo proprietario di un'agenzia di recupero crediti, che spinto dalla curiosità tenta di rintracciare una ragazza povera, Krassy Almauniski, originaria degli slum di  Chicago, divenuta ricca e famosa cambiando identità e non fermandosi davanti a nulla. Dopo averla ritrovata, Danny se ne innamora ma lei lo fa accusare di un delitto.

Seguì il poliziesco Criminale di turno (Rafferty) (1953). Da questa storia (e dal racconto "The Night Watch" di Thomas Walsh), per la Columbia Pictures Corporation, fu tratto il film Pushover (1954) di Richard Quine con Fred MacMurray, Kim Novak, Phil Carey, Dorothy Malone ed E.G. Marshall. Un gangster è sospettato di una grossa rapina in banca e un ispettore di polizia tallona la sua donna per incastrarlo ma se ne innamora, ricambiato; fuggiranno insieme pagando un prezzo altissimo. Su il Morandini di Laura, Luisa e Morando Morandini (Zanichelli editore), è scritto: «Poliziesco ascetico che inclina al noir: più che le scene d'azione, all'inizio e alla fine, contano i personaggi e l'atmosfera. Un buon risultato nella carriera di un regista noto per le sue commedie. Suggestivo vero debutto di K. Novak.»

Fu poi la volta di Non chiamate la polizia! (1955), tradotto ne "I classici del giallo", Mondadori nel 1967. Seguì Il dente e l'unghia (The Tooth and the Nail) (1955), tradotto per la "Serie Gialla" della Garzanti nel 1957, romanzo che vive di multi–livelli narrativi; il protagonista è l'illusionista Luis Montana (alias Lewis Mountain), che sta inseguendo l'assassino della moglie, Ballard Temple Humphries, ma alle spalle del delitto c'è un piano criminale di contraffazione di moneta. Questo romanzo subì nel 1969 il plagio da parte dello scrittore finlandese Mauri Sariola (che lo scrisse sotto lo pseudonimo di Esko Laukko) e Sariola fu condannato a pagare 5.400 marchi finlandesi, che Ballinger aveva promesso di donare all'Associazione degli Scrittori Finlandesi.

Seguirono: The Longest Second (1957), classificatosi per l'Edgar Poe Award nel 1958 e ridotto nel 1980 per la TV col titolo Die längste Sekunde per la regia di Kristian Kühn; The Wife of the Red-Haired Man (1957), romanzo con il quale Ballinger abbandonava la formula convenzionale del poliziesco per elaborare un tipo di thriller più innovativo (alternava nei diversi capitoli la narrazione in prima e terza persona, raccontando la torbida vicenda nella quale il secondo marito è ucciso dal primo, e soltanto alla fine del bellissimo plot il lettore scopre un interessante particolare di tipo razziale: l'io narrante, il detective che insegue l'assassino, è un uomo di colore); Beacon in the Night (1958); Nel vortice del tempo (1959), tradotto nella "Serie Gialla" della Garzanti; L'uomo che non voleva uccidere (1966), tradotto ne "Il Giallo Mondadori"; e Not I, Said the Vixen (1965), ove ritorna la complessa narrazione multi–livello con diversi io–narranti e con la suggestione di un amore lesbico (si racconta di Cyrus March, un avvocato di Los Angeles, che s'innamora della sua inquietante e sensuale cliente, accusata di avere ucciso un'altra donna). Le ultime storie di Ballinger comprendono: 49 Days of Death (1969), ricco di suspense, che si dispiega intorno alla reincarnazione, vissuta sulla base del "Libro Tibetano della Morte"; Heist Me Higher (1969), storia di Bryce Patch, capo della sicurezza di una grande compagnia elettrica; e The Corsican (1974), grandiosa narrazione sull'escalation di una "famiglia" della malavita organizzata in Corsica e Marsiglia durante il trentennio 1943–1973, elaborata sulla falsariga de "Il padrino" di Mario Puzo (vedere su http://www.kirjasto.sci.fi/ballinge.htm.)

Ballinger era tanto prolifico che nel primo periodo scrisse anche sotto gli pseudonimi di Frederic Freyer (The Black, Black Hearse, 1955) e di B.X. Sanborn (The Doom-Maker, 1959, ripubblicato nel 1960 col titolo The Blonde on Borrowed Time).

Dal romanzo di fantascienza L'ultimo guerriero (The Ultimate Warrior) (1975), scritto con Robert Clouse e tradotto in italiano su "Urania" di Mondadori nel 1979 (a cura di Carlo Fruttero e Franco Lucentini), è stato tratto Gli avventurieri del pianeta Terra, un film inglese post–apocalittico, diretto da Robert Clouse. Siamo nel futuro, negli Stati Uniti e nel 2012 (allora il 2012 era il futuro arido e devastato di questa storia!). C'è stata una guerra nucleare che ha ridotto al lumicino la civiltà: le strade di New York sono attraversate da scorribande di delinquenti assassini che si sbranano come belve per le ultime riserve di cibo. Dalla quarta di copertina della testo tradotto in italiano: «La città aspettava la fine come un gigante in agonia. Le strade i corsi e le superstrade un tempo animate dal traffico, erano ridotte a vuote arterie percorse al galoppo dai pallidi cavalieri dell'Apocalisse: la guerra, la fame, le pestilenze, la morte. Rovine dovunque. Le macerie infittivano verso il porto dalle acque biancastre, cariche di rifiuti e di veleni, dove l'ultima petroliera aveva attraccato più di venti anni fa. Da edifici incendiati e semicrollati, smozzicate guglie di cemento e arrugginiti spuntoni metallici si levavano come indici accusatori verso il cielo di piombo... Per i resti di straziata umanità che condividevano con immonde legioni di ratti affamati il problematico rifugio della scheletrita ex metropoli, la lotta per la sopravvivenza era soltanto l'ultima, la più atroce forma d'orrore.». Per sconfiggere questa tremenda quotidianità, una piccola comunità (che vuole conservare l'ultima fiammella di civiltà) si asserraglia in un quartiere, rispettando le regole del vivere civile e della solidarietà umana. Essa è guidata da un capo, detto il Barone, che tenta di vedere oltre la fine della civiltà cercando di governare sui sopravvissuti secondo criteri di democrazia e di razionalità (in una piccola serra cura dei pomodori, con il sogno di estendere la coltivazione su scala industriale). Gli assalti si fanno sempre più frequenti e il Barone assume il guerriero Carlson, audace e temerario, per la difesa del quartiere dalla gang capeggiata dal bandito Carrot. Il Barone decide allora di favorire la fuga attraverso i sotterranei di New York della figlia incinta Melinda (il marito è stato ucciso durante uno degli assalti) con il guerriero: essi portano con sé una piccola scorta di preziosi semi di pomodoro al fine di far risorgere una nuova e prospera civiltà. Carlson il guerriero combatterà fino all'ultimo sangue contro le malvagie forze oscure che si oppongono a quel nobile progetto. Il film era mirabilmente interpretato da Yul Brynner (Carlson), Max von Sydow (il Barone), Joanna Miles (Melinda) e William Smith (Carrot). Questo film post–apocalittico appartiene a un sottogenere di fantascienza, considerato diverso e separato da quello apocalittico; è, infatti, ambientato in una civiltà e un mondo già devastati da una catastrofe nucleare, mentre il secondo sottogenere, l'apocalittico, è focalizzato sull'imminente fine del mondo o della civiltà per guerre nucleari, pandemie o disastri di altra natura. Nel suo testo, Ballinger aveva centrato soprattutto la psicologia dei sopravvissuti, che tentano strenuamente di conservare la memoria storica di quella civiltà perduta che rischia di divenire soltanto una leggenda lontana o un mito dimenticato.

Tra gli anni 1977 e 1979, Ballinger fu anche "Associate professor of writing" presso la California State University Northridge, a Los Angeles. Morì a Tarzana (California) il 23 marzo del 1980.


La cura attenta di Ballinger nel descrivere, con dettagli colorati e verosimili, le diverse location delle sue storie ha fatto dire a un critico del "The New York Times" che «l'ambientazione era la vera star» delle sue sceneggiature. Dei suoi 30 romanzi, molti sono stati tradotti in tutto il mondo e in molte lingue, anche se la sua letteratura è stata talora definita dalla critica in modo improprio e riduttivo come «hardboiled».

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