Antonio Battistella
Nel 1912, il 26 giugno
di cento anni fa, nasceva a Ferrara Antonio Battistella, attore colto e
sensibile, dall’umanità ricca e sfaccettata, oggi purtroppo alquanto dimenticato,
tranne che da coloro che lo hanno visto recitare (e io sono tra questi).
Di origini veneziane, crebbe a Genova ove si laureò in
Economia e Commercio nel 1934 ma, poiché era nato per una carriera artistica,
frequentò l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma diplomandosi nel
1939.
Nel 1945 lavorò con Luchino Visconti, recitando al Teatro Eliseo
di Roma ne La macchina da scrivere
di Jean Cocteau (con Laura Adani, Ernesto Calindri/Tino Carraro, Vittorio
Gassman, Nora Ricci, Renata Seripa e Lida Ferro) e all’Olimpia di Milano ne La Via del Tabacco di Erskine Caldwell
(con Ernesto Calindri, Renata Seripa, Vittorio Gassman, Lida Ferro, Laura Adani
e Tino Carraro).
Alla fine degli anni Quaranta iniziò a recitare al Piccolo
Teatro di Milano allora ai suoi inizi e con la regia di Giorgio Strehler, in
spettacoli rimasti indimenticabili, ha attraversato tutto l’immenso teatro
classico e moderno insieme con i grandi maestri della recitazione del dopo
guerra.
Nel 1947 fu ne L’albergo
dei poveri di Maxim Gorkij (con Tino Bianchi, Lilla Brignone, Marcello
Moretti, Salvo Randone, Gianni Santuccio, lo stesso Strehler, Elena Zareschi e
Lia Zoppelli), Le notti dell’ira di
Armand Salacrou (con Tino Bianchi, Lilla Brignone, Elio Jotta, Gianni Santuccio
e Lia Zoppelli), Il mago dei prodigi
di Pedro Calderón De La Barca (con Carlo D’Angelo, Franco Parenti, Gianni
Santuccio ed Elena Zareschi) e Arlecchino
servitore di due padroni di Carlo Goldoni (con Anna Maestri, Franco
Parenti, Gianni Santuccio, Roberto Villa ed Elena Zareschi).
Nel 1947-48 recitò ne I giganti della montagna di Luigi
Pirandello (con Lilla Brignone, Franco Parenti, Camillo Pilotto, Gianni
Santuccio ed Esperia Sperani), L’uragano
di Alexandr Ostrovskij (con Lilla Brignone, Camillo Pilotto, Gianni Santuccio
ed Esperia Sperani), Delitto e castigo
da Fedör Dostoevskij (con Lilla Brignone, Ettore Conti, Franco Parenti, Camillo
Pilotto, Gianni Santuccio e Giancarlo Sbragia), La selvaggia di Jean Anouilh (con Lilla Brignone, Camillo Pilotto,
Gianni Santuccio, Esperia Sperani e Sergio Tofano), Riccardo ii di
Shakespeare (con Lilla Brignone, Carlo D’Angelo, Mario Feliciani, Nino
Manfredi, Franco Parenti, Camillo Pilotto, Gianni Santuccio e Giancarlo
Sbragia), La tempesta di Shakespeare
presentata al Giardino di Boboli per l’xi
Maggio Musicale Fiorentino (con Lilla Brignone, Carlo D’Angelo, Giorgio De Lullo,
Mario Feliciani, Nino Manfredi, Camillo Pilotto e Gianni Santucci), e Romeo e Giulietta di Shakespeare per la
regia di Renato Simoni al Teatro Romano per l’Estate Teatrale Veronese (con
Edda Albertini, Lilla Brignone, Giorgio De Lullo, Renzo Ricci e Gianni
Santuccio).
Nel 1948-49 fu ne Il corvo di Carlo Gozzi al Teatro La
Fenice per il ix Festival
Internazionale del Teatro Venezia (con Marina Bonfigli, Alberto Bonucci,
Giorgio De Lullo, Mario Feliciani, Paolo Stoppa e Olga Villi), Il gabbiano di Anton Cechov (con Lilla
Brignone, Giorgio De Lullo, Mario Feliciani, Anna Proclemer e Gianni
Santuccio), La bisbetica domata di
Shakespeare (con Silverio Blasi, Alberto Bonucci, Lilla Brignone, Marcello
Moretti e Gianni Santuccio), e Gente nel
tempo di Ivo Chiesa (con Lilla Brignone, Mario Feliciani e Giovanna
Galletti).
Nel
1949-50 recitò ne La parigina
di Henry Becque (con Lilla Brignone, Mario Feliciani, Antonio Pierfederici,
Sergio Tofano e Franca Valeri), I giusti di Albert Camus (con Lilla Brignone, Piero
Carnabuci, Mario Feliciani e Antonio Pierfederici), e Gli innamorati di Carlo Goldoni
al Teatro Sociale Lecco (con Marina
Dolfin, Ottavio Fanfani, Diego Michelotti, Rosalba Oletta e Antonio
Pierfederici).
Nel 1950-51 fu la volta di Estate e fumo di Tennessee Williams
(con Lilla Brignone, Marina Dolfin, Gina Graziosi, Marcello Moretti e Gianni
Santuccio), Il misantropo di Molière
al Teatro Sociale Lecco (con Lia Angeleri,
Lilla Brignone, Marcello Moretti, Rosalba Oletta, Antonio Pierfederici e Gianni
Santuccio), La morte di Danton di
Georg Büchner (con Warner Bentivegna, Lilla Brignone, Marina Dolfin, Diego
Michelotti, Antonio Pierfederici, Enrico Maria Salerno, Gianni Santuccio e
Sergio Tofano), Frana allo scalo nord
di Ugo Betti al Teatro Romano per l’Estate Teatrale Veronese (con Warner
Bentivegna, Marina Dolfin, Gianni Santuccio e Sergio Tofano), ed Enrico iv
di Shakespeare (con Mario Bardella, Giulio Bosetti, Ferruccio De Ceresa,
Giorgio De Lullo, Diego Michelotti, Camillo Pilotto, Checco Rissone e Gianni
Santuccio).
Nel 1951-52 partecipò a una
riedizione di Arlecchino servitore di
due padroni di Goldoni al Teatro Quirino di Roma (con Giulio Bosetti, Raoul
Grassilli, Franco Parenti, Checco Rissone e Lia Zoppelli), spettacolo che fu
dato nuovamente nel 1956 al Royal Lyceum Theatre per il Festival di Edimburgo
(con Lidia Alfonsi, Marina Bonfigli, Tino Carraro, Valentina Fortunato, Franco
Graziosi, Franco Parenti, Antonio Pierfederici e Checco Rissone). Sempre nel
1956 e al Royal Lyceum Theatre per il Festival di Edimburgo fu in Questa sera si recita a soggetto di
Pirandello (con Edda Albertini, Marina Bonfigli, Lilla Brignone, Tino Carraro,
Valentina Fortunato, Giusi Raspani Dandolo, Checco Rissone, Gianni Santuccio ed
Enzo Tarascio).
Nel 1957-58 recitò nel Coriolano di Shakespeare (con Wanda
Capodaglio, Tino Carraro, Giancarlo Dettori, Ottavio Fanfani, Gabriella
Giacobbe, Franco Graziosi ed Enzo Tarascio), Goldoni e le sue sedici commedie nuove di Paolo Ferrari (con Tino
Carraro, Giancarlo Dettori, Ottavio Fanfani, Valentina Fortunato, Gabriella
Giacobbe ed Enzo Tarascio). (Per ulteriori informazioni, vedere:
http://www.strehler.org/page/index.php?sez=2)
Nel 1961 apparve in Teresa
Desqueyroux di François Mauriac, nell’adattamento di Diego Fabbri, per la regia
di Giorgio Albertazzi al Teatro Quirino di Roma (con Anna Proclemer, Davide
Montemurri e Mario Bardella).
Dopo quest’intensa e significativa attività teatrale si
dedicò alla televisione, divenendo un volto noto e amato e specializzandosi
nella difficile parte del “cattivo”: indimenticabile il suo Thenardier ne I miserabili (1964) di Sandro Bolchi e
notevole la sua interpretazione del padre nevrotico in Questi nostri figli (1967) di Mario Landi. Nel telefilm La rosa rossa (1973) di Franco Giraldi,
ambientato a Trieste nel 1919, interpretò invece un marito buono e gentile.
Partecipò anche agli sceneggiati del commissario Maigret L’ombra cinese (1966) e Maigret
e l’ispettore sfortunato (1968). Oltre che nel già citato I miserabili,
recitò in molti dei mitici sceneggiati della TV del passato: Jane Eyre (1957) e Ottocento (1959) di Anton Giulio Majano (in quest’ultimo,
Battistella era Cavour); I tre principi
(1961) di Carlo Lodovici per la TV dei ragazzi; Vita di Michelangelo (1964) di Silverio Blasi; I grandi camaleonti (1964) di Edmo Fenoglio; La donna di fiori (1965) di Anton Giulio Majano con il tenente
Sheridan interpretato da Ubaldo Lay; Quinta
colonna (1966) di Vittorio Cottafavi, ispirato all’omonimo romanzo di
Graham Greene; I promessi sposi
(1967) di Sandro Bolchi; Vita di Cavour
(1967) di Piero Schivazappa; I fratelli
Karamàzov (1969) di Sandro Bolchi; Giuseppe
Mazzini (1972) di Pino Passalacqua (Battistella interpretava Giuseppe
Mazzini); Joe Petrosino (1972) di
Daniele D’Anza; e I demoni (1972) di
Sandro Bolchi. Partecipò anche al film televisivo di Mario Landi Dal tuo al mio (1969) e alla riduzione
televisiva di Rebecca (1969), tratta
dal romanzo di Daphne du Maurier e diretta da Eros Macchi (vedere: Televisione, le garzantine, a cura di
Aldo Grasso, Garzanti, 2008).
Battistella amò anche la prosa radiofonica, ottima palestra
per i migliori attori del periodo. Ricordiamo: Faust (1954) di Goethe per la regia di Corrado Pavolini, Gli ultimi cinque minuti (1954) di Aldo
De Benedetti per la regia di Pietro Masserano Taricco, La cantata dei pastori (1955) di Andrea Perrucci per la regia di
Anton Giulio Majano, e Cara delinquente
(1959) di Jack Popplewell per la regia di Guglielmo Morandi. Nel 1951 partecipò
anche alla rivista radiofonica settimanale di Dino Verde e Renzo Puntoni Sotto il parapioggia per la regia di
Riccardo Mantoni (con Isa Bellini, Raffaele Pisu, Renato Turi, Elio Pandolfi,
Giusi Raspani Dandolo e Giovanni Cimara).
Antonio Battistella frequentò anche il cinema: partecipò a Una storia d’amore (1942) di Mario
Camerini, Signorinette (1942) di
Luigi Zampa, Enrico iv (1943) di Giorgio Pastina, Terza liceo (1953) di Luciano Emmer, La rivale (1955) di Anton Giulio
Majano, Saffo venere di Lesbo (1960)
di Pietro Francisci, Il ladro di Bagdad
(1961) di Bruno Vailati e Arthur Lubin, Parigi
o cara (1962) di Vittorio Caprioli, e Maigret
a Pigalle (1967) di Mario Landi.
Lavorò anche come doppiatore per l’ODI, la SAS e la CVD.
Prestò la sua voce a George Burns ne I
ragazzi irresistibili, a David King-Wood ne L’astronave atomica del dott. Quatermass e a George Voskovek ne I 27 giorni del pianeta Sigma. Fu,
inoltre, un ottimo insegnante di recitazione.
Gli ultimi suoi anni di vita furono piuttosto problematici: soffriva d’insufficienza renale cronica e aveva subito diversi interventi chirurgici; per le sue precarie condizioni fisiche non si sentì in grado di continuare la sua attività teatrale e televisiva, nonostante ricevesse ancora numerose proposte di lavoro. Morì a Roma il 6 aprile del 1980 (aveva 68 anni) in modo tragico: si suicidò nella sua abitazione romana sparandosi un colpo di pistola; lasciò un biglietto in cui era scritto: «Sono malato e non posso guarire. Chiedo perdono a tutti.». Abbandonava così il palcoscenico della vita un attore sensibile, che aveva rivelato indubbie doti artistiche e che si era dimostrato capace di calcare le scene con passione misurata e con incisiva padronanza, prestando al teatro e alla televisione il suo viso segnato dalla vita, dall’espressione tormentata, la sua interessante voce roca e il suo intenso sguardo dolente.
Gli ultimi suoi anni di vita furono piuttosto problematici: soffriva d’insufficienza renale cronica e aveva subito diversi interventi chirurgici; per le sue precarie condizioni fisiche non si sentì in grado di continuare la sua attività teatrale e televisiva, nonostante ricevesse ancora numerose proposte di lavoro. Morì a Roma il 6 aprile del 1980 (aveva 68 anni) in modo tragico: si suicidò nella sua abitazione romana sparandosi un colpo di pistola; lasciò un biglietto in cui era scritto: «Sono malato e non posso guarire. Chiedo perdono a tutti.». Abbandonava così il palcoscenico della vita un attore sensibile, che aveva rivelato indubbie doti artistiche e che si era dimostrato capace di calcare le scene con passione misurata e con incisiva padronanza, prestando al teatro e alla televisione il suo viso segnato dalla vita, dall’espressione tormentata, la sua interessante voce roca e il suo intenso sguardo dolente.
Concordo nel ricordo di questo eccellente e sensibile attore. Ho cominciato a interessarmi del suo lavoro recentemente dopo averlo notato, con curiosità, guardando una vecchia videocassetta con la sua interpretazione di Martin nell'Ombra cinese di Maigret. Battistella e Miserocchi mi han subito fatto pensare "ce ne fossero di attori cosi' oggi, che interpretazioni sentite!". Complimenti per lo scritto in suo ricordo, dettagliato e completo nel farlo conoscere in tutta la sua carriera. Un caro saluto Rita
RispondiEliminaUn grandissimo attore appartenente ad una generazione irripetibile nella storia della recitazione italiana.
RispondiEliminaUn volto, una voce ed una personalità che non possono non restare scolpiti nella memoria di chi ha avuto la fortuna di ammirarlo.
RispondiEliminaIl "cattivo" Thenardier... e chi l'ha mai dimenticato, un attore bravissimo e capace di colpire anche a distanza di così tanti anni.
RispondiEliminaGrazie per questo bel ricordo. Luisa
Bravissimo!!! Un Thenadier straordinario, chi lo scorda...Grazie Antonio!!
RispondiEliminaMisura, controllo e verve... Un attore come pochi...
RispondiEliminaAntonio Battistella, Anna Miserocchi, e tantissimi altri di cui non ricordo i nomi, ma i loro volti ce li ho scolpiti nella memoria...
RispondiEliminaQuando ero ragazza la televisione trasmetteva tantissimo teatro italiano "fatto in "casa". Il pubblico televisivo ha ricevuto allora una grande lezione di drammaturgia internazionale. Dico GRAZIE alla RAI di quella epoca.
Grandissimi attori...Lui la Miserocchi la Malfatti la Pagnani.....nn ce li da piu' nessuno....il cielo ne deliziera'
EliminaTutti gli attori del periodo tra gli anni 50/70, che ho avuto l' occasione di conoscere soprattutto con gli sceneggiati tv della RAI, appartenevano ad una rara generazione di professionisti cresciuti in una scuola come lo è il teatro. Anch'io lo ricordo molto bene ne "i Miserabili " del 1964, " maigret" del 1966 e 68, " i Promessi sposi " del 1967....non sapevo però che fosse morto suicida 43 anni fa! Chi arriva a questi gesti estremi ha in sé una grande disperazione che merita solo rispetto e comprensione. Ho i DVD RAI degli sceneggiati succitati e lo rivedrò ancora con maggiore consapevolezza sulla sua storia personale.
RispondiEliminaUn grande, ora forse dimenticato...non certo un minore: basti pensare a come "reggeva" il confronto con Cervi e la Miserocchi nell'"Ombra cinese". Un attore che riusciva a interpretare le ombre nascoste dell'umanità.
RispondiEliminaVisto ora.....grandioso
EliminaGrandissimo interprete.
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